L'arte dell'incassatura - La Baia dei Gioielli - Gioielli a Valenza
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L’arte dell’incassatura

L’arte dell’incassatura

Per trattenere le pietre su un gioiello ed evidenziarle nel migliore dei modi, si ricorre all’uso di punte (griffe), di bordi di metallo (castone all’inglese è di riccioli di metallo che vengono schiacciati contro le pietre e le trattengono (granette). In tutti i tipi d’incassatura il supporto di metallo dovrà avere una sede di appoggio per le pietre al di sotto della cintura delle medesime, in modo che il metallo sovrastante sia sufficiente a trattenerle.

INCASSATURA A GRIFFES

Il griffe è un supporto costituito da un filo tondo che forma un cestino composto da due anelli sovrapposti (dis. A) uno grande ed uno piccolo di base; sul primo appoggia la parte della pietra che si trova sotto la cintura e per tenere distanti i due anelli si adoperano quattro fili verticali aperti a “V’, equidistanti (dis. B) che vengono saldati contro gli anelli. L’eccedenza del filo sopra la cintura della pietra. che verrà assestata tacendo un crano nel filo, viene piegata contro la corona della stessa, lisciata e poi levigata (dis. C). I griffes possono essere a 3,4,6,8 punte Normalmente si usano le 4 punte, mentre per le pietre più piccole le 3 punte e per quelle piu grandi le 6 o 8 punte. Per le pietre centrali degli anelli aventi una certa dimensione, vengono usate le cosiddette “doppie punte”; si tratta di un griffe a punte ognuna delle quali è doppia. Questo particolare tipo di griffe viene adoperato per ragioni estetiche perché non solo dà molta leggerezza all’oggetto ma mette anche in risalto la bellezza nuda delle pietre aiutandole a prendere luce.

Il griffe oltre ad essere costruito a filo viene realizzato anche in lastra a 4,6,8 punte, con delle gole di metallo fra una punta e l’altra disposte in modo tale da ottenere un riflesso di luce che tenda ad ingrandire la pietra (dis. A-B-C). L’effetto è più pesante di quello a “filo”, ma la sicurezza della pietra è maggiore. Il griffe e il castone a bastine con doppie punte sono usati per pietre centrali negli anelli ed in alcuni centri di collana di notevoli dimensioni (dis. E). Per non segnare le pietre, a volte le punte sono in oro più morbido specialmente per gli smeraldi, oppure in platino per i diamanti. lì primo anello del griffe o la prima bastina sono in oro giallo per mantenere meglio il colore della pietra ed in alcuni casi speciali l’interno di questa risulterà più o meno lucido in modo da mitigare certi difetti di colore. Le doppie punte si utilizzano anche quando una pietra non è regolare o simmetrica e questo tipo d’incassatura ne mitiga il difetto che risulterebbe evidenziato con l’impiego di altri tipi d’incassatura.

CASTONE ALL’INGLESE

l castone all’inglese è un supporto circolare continuo attorno alla pietra avente un bordo di metallo anch’esso continuo che la trattiene. Una volta assestata la pietra all’interno del castone (dis. A) per circa metà spessore del bordo, questo viene ripiegato a martello contro la pietra in modo da bloccarla (dis. B) e poi levigato lasciando il bordo lucido.

Questa incassatura non è consigliabile data la pressione che viene fatta anche sugli angoli che si potrebbero rompere. Viene utilizzata in prevalenza per anelli e braccialetti perche evita quei fastidi d’impigliatura che si verificano con gli altri tipi d’incassatura.


INCASSATURA A BAFFI

L’incassatura a baffi viene utilizzata in alternativa a quella inglese che tende sempre a coprire un poco le pietre. Si inserisce la pietra nel castone e la si ferma con dei riccioli di metallo (baffi) ottenuti con il bulino nel bordo che circonda la pietra. Sarà opportuno utilizzare questo tipo di incassatura con pietre piccole non soggette a sfregamento, per la poca resistenza meccanica dei baffi (dis. A). Viene utilizzata a volte anche su superfici a pavè o nastri di metallo (la si nota specialmente negli oggetti antichi)

INCASSATURA SU LASTRA A GRANETTA

L’incassatura su lastra a granetta viene impiegata sia per una pietra che per più pietre assieme a seconda del disegno dell’oggetto e dell’effetto d’incassatura che si vuole ottenere. La lastra viene preparata con uno o più fori (dis. A) e tali fori dovranno avere una svasatura tale che la culas della pietra vi appoggi in maniera uniforme; la cintura della pietra stessa dovrà risultare leggermente più bassa rispetto al piano della superficie stessa (dis. B). A questo punto l’incassatore solleverà con il bulino delle punte di metallo (3 o 4) attorno alla pietra a seconda del disegno e della dimensione della pietra stessa (dis. C).

Fatto ciò l’incassatore asporterà il metallo rimanente fra queste granette in modo tale da far convergere il bordo piano della superficie verso la cintura della pietra (dis. D). Questi piani inclinati valorizzeranno la pietra facendola sembrare più grande (dis. E). Fatto questo, si premera contro la pietra la granetta ottenuta, levigandola a forma di mezza pallina perché non s’impigi nei tessuti.


INCASSATURA A PAVÈ

Qualora più pietre si trovassero vicine (effetto pavè) la procedura è la medesima fino ai punti A e B precedenti e poiché lo spazio tra le pietre è minore si creeranno altre granette nei piccoli punti vuoti per ottenere così un effetto di puntinatura. Le granette vicino alle pietre serviranno a fissarle mentre le altre avranno un effetto decorativo (dis. A-B-C-D).

INCASSATURA A PUNTE

L’incassatura a punte è una variazione dell’incassatura su lastra a granetta e di quella a griffe. Viene utilizzata per dei pavè molto importanti e di grande effetto, specialmente su superfici bombate. La lastra viene preparata con dei fori che dovrannò ospitare le pietre (stesso procedimento usato per l’incassatura su lastra a granetta) solo che invece di sollevare le granette in quella posizione, vengono praticati dei forellini e saldati nei medesimi dei fili (effetto griffe) (dis. A). Ogni pietra a seconda del disegno-forma avrà da 3,4,5 punte.

A lavoro ultimato non dovranno esserci spazi tra le pietre (vuoti d’aria), ma si dovranno vedere solamente le pietre e le punte dei griffes arrotondate a mezza pallina, che daranno all’oggetto una grande morbidezza ed una leggera impressione di trapuntato. Questo effetto si ottiene grazie alla vicinanza delle pietre e al fatto che una punta tiene 2,3,4 pietre contemporaneamente (dis. B).

INCASSATURA INVISIBILE

L’incassatura invisibile è un bellissimo effetto di pavè che si ottiene con le pietre di taglio carrè le quali vengono ritoccate dal tagliatore di pietre appositamente per ogni oggetto. Poiché non vi deve essere aria nel contorno tra una pietra e l’altra, per meglio seguire il disegno, queste avranno nella culasse un crano che permetterà ai binari di metallo posti fra una pietra e l’altra di trattenerle (dis. A). Le pietre che risulteranno esterne nel disegno, faranno da chiusura alla linea di ogni binario (dis. B).


LO STRUMENTO PRINCIPALE: IL BULINO

Per ottenere queste decorazioni, che sembrano disegni in bianco e nero tratteggiati, si adoperano degli utensili chiamati bulini. composti da una parte in metallo temperato lunga circa 12 cm. (dis. A) la cui punta ha una sezione triangolare di 3 mm. che sarà a forma di ‘V’ più o meno aperta a seconda del tipo di taglio voluto (dis. B).

La parte terminale opposta è fissata ad un manico di legno a mezza sfera o a pera che servirà da impugnatura. Essa dovrà essere tenuta nel palmo della mano mentre il pollice e l’indice terranno la parte in metallo.
La punta del bulino viene assottigliata a degradare in due punti ben precisi (dis. C) per non indebolire troppo l’estremità che avrà un’angolazione di circa 30 gradi: questo per permettere lo scarico del ricciolo dl metallo che si sarà formato sulla punta del ferro. La sezione del ferro cambia a seconda del taglio desiderato (dis. D).
Su di una pietra “Arkansas” bagnata con un po’ di olio, affilare la punta del bulino tenendola quasi verticalmente, di traverso rispetto alla lunghezza della pietra e a questo punto percorrerla con tratti decisi 4 – 5 volte; controllare la regolarità del triangolo formatosi sulla punta, infine levigare su carta lucida, apposita per bulini, i lati del bulino in direzione della punta. in modo datogliere la bava di metallo formatasi lateralmente. Tenendo il bulino in verticale sulla pietra, inclinarlo leggermente dalla parte dello scarico e percorrere due o tre volte la pietra. Questa volta si formerà un triangolo più piccolo che permetterà di avere tratti leggerissimi. Ripassare infine sempre lateralmente con la carta lucida per togliere la bavetta dall’affilatura.
Più i lati saranno lisci, meglio scorreranno nel,metallo e questo brillerà di più. E bene ripetere tale operazione più volte durante il lavoro. Una volta effettuata tale operazione, s’impugna il ferro nel palmo della mano e si spinge poi la punta nel metallo da incidere per 4-5 mm. a seconda del disegno tenendola quasi parallelo al piano; se si aumenta l’inclinazione, l’incisione risulterà più profonda. Si tenga presente che ad ogni spinta equivale un ricciolino di metallo sollevato e perciò un movimento del polso verso l’alto aiuterà a distaccarlo.
Bisogna evitare di lasciare delle rimanenze poiché esse attaccherebbero dappertutto rendendo puntinata e sgradevole l’incisione. Alcune rimanenze potranno essere schiacciate con il brunitore, matita in acciaio avente una punta conica e una ricurva ad oliva lucidissime, che servirà anche a riprendere eventuali errori facendola scorrere incrociando i passaggi, sul tratto da correggere.
E’ sempre meglio che l’incisione avvenga ad oggetto finito data la delicatezza dei tratti. Per lavorare senza riflessi si può opacizzare l’oggetto con polvere di talco. Per ottenere un’esecuzione precisa ed accurata, preparare dapprima il disegno e riportarlo se sì può sulla superfice cosparsa leggermente di vernice “Damar”, che tratterrà la matita della carta da lucido adoperata per il riporto del lato negativo del disegno. Una volta essiccata la vernice, il disegno rimarrà a disposizione dell’incisore senza dover rigirare la superficie.
A lavoro ultimato la si toglie con del solvente. Il movimento del polso della mano che incide e la rotazione della lastra con l’altra aiuteranno a curvare. L’oggetto da incidere solitamente è fermato su di una base (dis. E) in legno per mezzo della pece. Si pone tale base sudi un cuscino in pelle leggermente bombato (dis. F) per facilitare i movimenti.

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